C’è un nuovo libro in libreria che promette di toccare il cuore dei lettori, soprattutto di chi ama la letteratura italiana che sa essere viva, viscerale e fuori dagli schemi. Si intitola “Super Tondelli, il mio amico segreto”, ed è l’ultima opera di Enrico Brizzi, pubblicata da HarperCollins in occasione del settantesimo anniversario della nascita di Pier Vittorio Tondelli.
📲 Per rimanere sempre aggiornato seguici sul nostro WhatsApp
Ma attenzione: non è una semplice biografia. È un viaggio, un dialogo, una confessione. Un modo per dire grazie a un autore che ha cambiato il modo di scrivere – e di sentire – in Italia.
Un legame invisibile che attraversa generazioni attraverso l’arte con Tondelli
Enrico Brizzi lo racconta con emozione: Tondelli è stato per lui un “amico segreto”. Non lo ha mai incontrato davvero, ma ha sentito la sua presenza tra le righe dei suoi libri, nelle parole di Camere separate, nella potenza di Rimini, nella libertà anarchica di Un weekend postmoderno.
Il libro nasce proprio da questo legame profondo, mai dichiarato ma sempre presente. È un omaggio affettuoso, ma anche un’analisi lucida: Brizzi non celebra solo l’uomo, ma la sua eredità letteraria e culturale, che ancora oggi risuona nei cuori dei lettori più giovani.
Visualizza questo post su Instagram
Una narrazione intima, tra ricordi e ispirazione
Il tono è personale, a tratti confidenziale. Brizzi scrive come se stesse parlando con un amico di lunga data, alternando aneddoti personali, riflessioni sul mestiere di scrivere e pensieri sull’identità. Il risultato è un’opera ibrida, che mescola diario, saggio e lettera d’amore alla scrittura. Il titolo “Super Tondelli” è un modo affettuoso per dire che, per chi scrive oggi, lui è stato un supereroe: un uomo che ha saputo dare voce a chi non ne aveva, che ha rotto i silenzi, che ha fatto rumore.
Il momento è perfetto: siamo nel pieno delle celebrazioni per il settantesimo della nascita di Tondelli, e c’era bisogno di un libro così. “Super Tondelli, il mio amico segreto” non è un testo per soli addetti ai lavori, ma una lettura aperta a tutti, soprattutto a chi sente la scrittura come uno spazio di libertà. E, in un’epoca dove spesso si dimentica da dove si viene, Brizzi ci ricorda che guardare al passato può essere il modo migliore per tornare a parlare al presente. Un libro che è, in fondo, un abbraccio. A Tondelli, ai lettori, alla letteratura.
